xantina ossidasi | |
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Modello tridimensionale dell'enzima | |
Numero EC | 1.17.3.2 |
Classe | Ossidoreduttasi |
Nome sistematico | |
xantina:ossigeno ossidoreduttasi | |
Altri nomi | |
ipoxantina ossidasi; ipoxantina:ossigeno ossidoreduttasi; enzima di Schardinger; xantina ossidoreduttasi; hipoxantina-xantina ossidasi; xantina:O2 ossidoreduttasi; xantina:xantina ossidasi | |
Banche dati | BRENDA, EXPASY, GTD, PDB (RCSB PDB PDBe PDBj PDBsum) |
Fonte: IUBMB | |
La xantina ossidasi è un enzima appartenente alla classe delle ossidoreduttasi, che catalizza la seguente reazione:
L'enzima è una flavoproteina e un molibdo-enzima; contiene un cofattore FAD, un cofattore molibdeno e due centri ferro-zolfo ([2Fe-2S]). Ossida anche l'ipoxantina, alcune altre purine, pterine ed aldeidi (ad esempio possiede l'attività dell'aldeide ossidasi, numero EC 1.2.3.1[1]). Sotto alcune condizioni, il prodotto è maggiormente il superossido che il perossido, secondo la seguente reazione:
L'enzima dei tessuti animali può avere attività di xantina deidrogenasi (XDH) (numero EC 1.17.1.4[2]). Quello del fegato funziona in vivo soprattutto come deidrogenasi, ma può funzionare in vitro come ossidasi (XOS) se conservato a -20 °C o se trattato con agenti proteolitici, con solventi organici o con reagenti tiolici come ad esempio Cu2+, la N-etilmaleimmide o il 4-mercuriobenzoato. L'effetto dei reagenti tiolici può essere invertito da tioli quali il ditiotreitolo.
La conversione all'attività di xantina ossidasi può essere anche ottenuta attraverso la enzima-tiolo transidrogenasi (numero EC 1.8.4.7[3]), in presenza di glutatione ossidato.