Zaffiro

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Zaffiro
Formula chimicaAl2O3:Fe,Ti
Proprietà cristallografiche
Gruppo cristallinoR3c
Sistema cristallinosistema trigonale
Proprietà fisiche
Durezza (Mohs)9
Fratturaconcoide, scheggiosa
Colorevarie tonalità di blu
Lucentezzavitrea
Opacitàlucida semitrasparente
Strisciotrasparente
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale
Principali paesi produttori di zaffiro

Lo zaffiro[N 1] è una varietà di corindone, che chimicamente è ossido di alluminio (Al2O3) fortemente allocromatico. Presenta durezza 9 sulla Scala di Mohs.

Il termine zaffiro (privo di altri aggettivi) identifica la varietà blu-azzurra del corindone, ma la stessa denominazione viene frequentemente utilizzata, unitamente a un aggettivo, per identificare qualunque sua colorazione diversa da quella blu (ad esempio la varietà rubino). Gli zaffiri possono possedere infatti i colori più diversi, dal rosa all'arancio, al porpora, al verde, al giallo fino al bianco incolore.

Una volta i corindoni colorati prendevano il nome di altre pietre, seguito dal suffisso "orientale" (ad esempio i termini ametista orientale e smeraldo orientale sono oggi identificati con i nomi di zaffiro viola e zaffiro verde).
Altre varietà sono quella arancione, chiamata padparadscha, la più preziosa varietà di corindone, l'armofane di colore grigio opaco e lo zaffiro incolore conosciuto come leucozaffiro.

Il colore blu-azzurro tipico della gemma deriva dalla presenza o meno di Ferro e Titanio in formula. Nel caso in cui le eventuali inclusioni Rutilo si orientassero in modi particolari, si può presentare il fenomeno dell'asterismo (come da foto).

Si può trovare in natura in rocce metamorfiche derivanti da rifusione di un micascisto, di una quarzite o di un calcare, in magmi poveri di silice e nei loro rispettivi depositi alluvionali. Questi ultimi sono i principali giacimenti oggi sfruttati. Si ricorda a proposito i giacimenti australiani, dello Sri Lanka, della Birmania e della Thailandia. In Italia si trovano piccoli cristalli di zaffiro nella calcite del Terminillo.

Lo zaffiro può essere prodotto sinteticamente con cinque tipi di sintesi. Per distinguere lo zaffiro naturale da quello sintetico, si esaminano al microscopio le inclusioni interne e si effettuano inoltre analisi spettrometriche e spettrofotometriche.

Il taglio più diffuso per tale gemma è quello sfaccettato ovale o tondo, ma non sono escluse altre tipologie, come quella a cuore o a baguette, oppure - senza sfaccettatura - a cabochon. Tra le gemme di dimensione eccezionale più celebri, va citato lo "Star of India", di 563 carati, conservato presso il Museo di Storia Naturale di New York.

  1. ^ Luciano Canepari, zaffiro, in Il DiPI: dizionario di pronuncia italiana, Bologna, Zanichelli, 1999, ISBN 88-08-09344-1.
  2. ^ a b Vademecum sull'accento: quando indicarlo e dove pronunciarlo, su Accademia della Crusca, 30 settembre 2002. URL consultato il 13 marzo 2024.
  3. ^ Bruno Migliorini et al., Scheda sul lemma "zaffiro", in Dizionario d'ortografia e di pronunzia, Rai Eri, 2010, ISBN 978-88-397-1478-7.
  4. ^ a b Luca Serianni, I.185, in Grammatica italiana, UTET Università, 2005, ISBN 978-8860080578.
  5. ^ zaffiro, in Nuovo De Mauro. URL consultato il 13 marzo 2024.


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