Zamakhshari

Abū l-Qāsim Mahmūd ibn ʿUmar al-Zamakhsharī (in arabo ﺍﺑﻮ ﺍﻟﻘﺎﺳﻢ ﻣﺤﻤﻮﺩ ﺑﻦ ﻋﻤﺮ الزمخشري?; Zamakshar, 10741144) è stato un teologo e filosofo persiano.

Il corasmio di origine persiana Zamakhsharī (in arabo الزمخشري?) è stato un teologo musulmano, grammatico e studioso di morale. Fu un celebre commentatore del Corano, influenzato per il suo lavoro (l'al-Kashshāf ) dal mutazilismo.

Nativo del villaggio di Zamakshar,[1] per molti anni visse a Mecca, tanto da guadagnarsi, appunto, il soprannome di Jār Allāh (Il vicino di Dio).[2]

Più tardi si spostò nel Khwārezm, dopo aver studiato a Bukhara e Samarcanda, godendo dell'aiuto scientifico dei grandi giuristi di Baghdad. Cercò in vario modo di entrare nelle grazie del famoso vizir selgiuchide Niẓām al-Mulk, di alcuni altri dignitari selgiuchidi e degli stessi Sultani Muḥammad b. Malikshāh e Sanjar, con identici risultati, pur ricevendo da essi qualche somma di denaro per i suoi componimenti elogiativi loro dedicati.
Ottenne più tardi miglior esito grazie alla generosità di sovrani Khwārezmshāh, quali Muḥammad b. Anūshtakīn e suo figlio Atsız. Fu poi gratificato anche dallo Sharīf di Mecca, ʿAlī b. ʿĪsā b. Ḥamza b. Wahhās, di idee mutazilite e buon letterato, e dall'atabeg buride di Damasco Tāj al-Mulūk Ṭughtakīn.

Abbracciò le idee mutazilite e la linea interpretativa del Qāḍī ʿAbd al-Jabbār e redasse un notissimo commentario coranico (tafsīr, intitolato al-Kashshāf ʿan ḥaqāʾiq al-tanzīl, ancora ampiamente diffuso e utilizzato nelle aree più orientali dall'ecumene islamica.

Raccolse anche una silloge di proverbi, l'al-Mustaqṣf fī amthāl al-ʿArab, che ebbe una popolarità pari a quella assai apprezzata di al-Maydanī, la Majmaʿ al-amthāl, sulla quale poi lavorò Georg Freytag.

Nel campo dell'adab, scrisse un commento alla Lāmiyyat al-ʿArab (ode in rima lam degli Arabi) di al-Shanfara, il Kitāb aʿjab al-ʿadjab fī sharḥ Lāmiyyat al-ʿArab.

Morì nel 1144 nella capitale corasmia di Gorgan (attuale capitale della regione persiana del Gulestan).

  1. ^ Per cui si veda Yaqut (Muʿǧam al-buldān, vol. 3, p. 147 dell'edizione curata nel 1957 dalla Dār Sādir di Beirut, 1957) e il relativo lemma della The Encyclopaedia of Islam, 2nd ed., vol. 11, p. 431.
  2. ^ Tale soprannome viene dato a chi sia nativo o residente della Città Santa islamica di Mecca, a causa della presenza della Kaʿba, primo tempio destinato all'adorazione dell'unico vero Dio.

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Tubidy