Zara Yaqob

Costantino I d'Etiopia
Imperatore d'Etiopia
Stemma
Stemma
In carica1434 –
26 agosto 1468
Incoronazione1436
PredecessoreAmda Iyasus
SuccessoreBaeda Maryam I
Nome completoZara Yaqob (ዘርአ:ያዕቆብ)
NascitaTelq, 19 giugno 1399
MorteDebre Berhan, 26 agosto 1468 (69 anni)
Casa realeDinastia Salomonide
DinastiaDinastia Salomonide
PadreDawit I
MadreIgzi Kebra
ConsorteEleni
ConsorteSeyon Morgasa
FigliAbba Saga
Baeda Maryam
Medhan Zamada
Berhan Zamada
ReligioneCristianesimo etiope

Zara Yaqob (noto anche come Zera Yacob (Ge'ez ዘርአ:ያዕቆብ zar'ā yāʿiqōb[1], Italiano: Discendente di Jacob o Giacobbe); Telq, 19 giugno 1399Debre Berhan, 26 agosto 1468) è stato un sovrano etiope.

Fu Imperatore d'Etiopia (nəgusä nägäst) e membro della Dinastia Salomonide che regnò sotto nome regale di Kwestantinos I (Ge'ez ቈስታንቲኖስ qʷastāntīnōs) o Costantino I, dall'antica provincia di Shewa, dove si trovava la capitale degli imperatori Amhara prima delle the migrazioni Oromo dopo il XVI secolo e la guerra distruttiva col Gran Ahmad. Nato a Telq, nella provincia di Fatajar (ora parte della regione di Oromia Region, vicino al fiume Auasc), Zara Yaqob fu l'ultimogenito di Dawit I e della sua moglie più giovane, Igzi Kebra.

L'esperto inglese di Etiopia, Edward Ullendorff, dichiara che Zara Yaqob "fu indubbiamente il più grande sovrano etiope dai tempi di Ezana, durante l'apice del regno di Axum, e nessuno dei suoi successori al trono, tranne gli imperatori Menelik II e Hailé Selassié, poté reggerne il confronto."[2]

Paul B. Henze ripete la tradizione che la gelosia di suo fratello maggiore Tewodros I costrinse i cortigiani a portare Zara Yaqob alla provincia del Tigray dove fu portato in segreto, ed educato ad Axum e al monastero di Debre Abbay.[3] Anche ammesso che la tradizione "non dà alcun valore allo sfondo religioso per la carriera di Zar'a-Ya'iqob's", Taddesse Tamrat rinnega la storia come "molto improbabile nei suoi dettagli." Come notato dal docente, Zara Yaqob scrisse nel suo Mashafa Berhan che "fu portato fuori dalla prigione reale sui monti Gishan soltanto alla vigilia della sua ascesa al trono."[4]

  1. ^ Tradotto come "Seme di Jacob"
  2. ^ (EN) Edward Ullendorff, The Ethiopians: An Introduction to the Country and People, Londra, Oxford University Press, 1960, p. 69, ISBN 0-19-285061-X.
  3. ^ Paul B. Henze, Layers of Time, A History of Ethiopia, New York, Palgrave, 2000, p. 68, ISBN 1-85065-522-7.
  4. ^ (EN) Taddesse Tamrat, Church and State in Ethiopia, Oxford, Clarendon Press, 1972, p. 222, ISBN 0-19-821671-8.

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