Descolarizzazione

La descolarizzazione è una teoria educativa nata negli anni Settanta sulla scia dei movimenti di contestazione ecologisti e studenteschi. Il termine viene proposto da Everett Reimer in un seminario di studi tenutosi al CIDOC (centro di documentazione messicano) ma diviene celebre grazie ad Ivan Illich. Diviene un concetto noto soprattutto grazie ai due testi "La scuola è morta" e "Descolarizzare la società" entrambi pubblicati nel 1971. Anche John Holt, considerato il fondatore dei movimenti Homeschooling e Unschooling ebbe modo di partecipare ai seminari e nel suo testo Freedom and Beyond si considera un descolarizzatore.

Nel contesto italiano la teoria dei descolarizzatori venne associata negli anni Settanta ai movimenti anarchici e in generale venne disprezzata per la sua visione educativa che rivendicava la non obbligatorietà dell'educazione e denunciava il potere esercitato dagli stati rispetto ai cittadini attraverso la scuola[1]. Attualmente questa teoria non è molto conosciuta nell'ambito della pedagogia accademica, soprattutto perché a partire dagli anni Ottanta è quasi scomparsa dai manuali per l'educazione dei maestri[1]. Quei pochi riferimenti che si possono ritrovare si muovono da considerazioni più negative, ovvero che vedono la riflessione del filosofo come il momento di negazione della scuola[2] a posizioni più positive, che le giudicano posizioni che aprono strade inedite in contesti educativi[3], valorizzandone ora gli aspetti innovativi nella teoria pedagogia[4], ora gli aspetti critici della trasformazione politica[5].

Negli anni Settanta, i saggi di Illich sulla descolarizzazione vengono diffusi in Italia soprattutto grazie alle più importanti riviste cattoliche: Testimonianze e La civiltà cattolica. Alcuni di questi sono oggi disponibili in Descolarizzare , e poi?[6], dove compaiono anche i contributi degli americani N. Postman, H. Gintis. Il testo di Everett Reimer viene pubblicato una sola volta nel '73, mentre i testi di John Holt che hanno larghissima diffusione in America restarono sconosciuti ai più nella penisola.

Ai descolarizzatori si richiamano anche le diverse iniziative dei movimenti di base della scuola, impegnati in quegli anni nella lotta per l'istituto delle 150 ore[1].

  1. ^ a b c M. Esposito, Ivan Illich; l'implicito pedagogico. La filosofia del limite come modello di educazione ambientale, Tricase (LE), Youcanprint Self-Publishing, 2016, p. 145, ISBN 9788892642638.
  2. ^ Franco Cambi, Manuale di storia della pedagogia, Bari, Laterza, 2003, pp. 359-361.
  3. ^ V. Caporale, Educazione, scuola, società nella descolarizzazione. Storia e problemi, Bari, Cacucci Editore, 1983, p. 10.
  4. ^ F. Frabboni, F. P. Minerva, Introduzione alla pedagogia generale, Roma-Bari, Laterza, 2006, p. 174.
  5. ^ F.Cambi, Il ’68: una rivoluzione culturale tra pedagogia e scuola, Milano, Edizioni Unicopoli, 2011, p. 29.
  6. ^ A.A.V.V., Descolarizzare, e poi?, contro l'abuso conservatore del concetto di descolarizzazione, Milano, Emme Edizioni, 1973.

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